Facendo politica mi è già capitato di scontrarmi con il fatto che alcuni processi politici per la loro complessità e tortuosità spesso sono difficilmente comunicabili verso l’esterno. Mi è successo di far fatica a spiegare a un vicino di casa perché per prendere e attuare una decisione all’apparenza semplice ci sono voluti settimane, mesi o addirittura anni malgrado ci fosse la volontà politica. In questi casi, soprattutto quando i tempi si dilatano, è difficile infondere sicurezza sull’efficienza e sul funzionamento dei processi politici e rassicurare su una soluzione del problema, respingendo con forza il «tanto ancora una volta non cambierà nulla perché farete ciò che volete!» che a volte ci si sente dire.
Poi arriva il giorno in cui ti scontri con la realtà e con un sistema politico che sta facendo cortocircuito. E così il «tanto ancora una volta non cambierà nulla perché fanno ciò che vogliono!» sono io a dirlo, per prima al mio vicino di casa, assieme a un «già, avevi ragione!» e a tanto – tanto – imbarazzo. Imbarazzo perché ho scoperto che ora anche quella che è la volontà degli abitanti di un comune può di colpo venir calpestata dall’alto e può succedere che venga violata palesemente l’autonomia locale in barba al rispetto delle leggi. È il caso di Ligornetto e della chiusura del suo nucleo. Chiusura votata in referendum dagli abitanti di quel comune (oggi quartiere di Mendrisio) nel gennaio del 2012.
Premetto che io (non sola) ho votato contro quella chiusura sia in consiglio comunale sia in occasione del successivo referendum. Mi sembrava già allora che quella fosse una soluzione non perfetta per gli stessi Ligornettesi – va ricordato che il transito nel nucleo è vietato anche a un terzo ca. degli abitanti – ma anche in ottica regionale (per intenderci non è che queste riflessioni non si siamo fatte prima su entrambi i fronti! Il problema l’avevamo studiato anche noi ed era ben chiaro sia a favorevoli e contrari). Poi però a inizio gennaio 2012 il referendum è stato bocciato e la popolazione di Ligornetto ha deciso per la chiusura del proprio nucleo a fasce orarie. Già, ha deciso. O forse oggi si dovrebbe dire le si è data l’illusione di aver deciso. Sì, perché a 5 anni da questa decisione, e dopo un periodo di chiusura sperimentale avvenuto tra il 2015 e il 2016 valutato positivamente dall’esecutivo di Mendrisio, il Dipartimento del territorio in questi giorni ha in sostanza deciso di abolire per il momento la decisione degli abitanti di Ligornetto in nome del compromesso.
Ma allora, mi dico, che ci andiamo a fare alle urne? Che ci andiamo a fare in consiglio comunale e nelle commissioni? E perché esistono delle leggi? Perché se la tendenza ora è quella di calare dell’alto e imporre decisioni ditecelo chiaramente che così investiamo il nostro tempo a fare altro.
Francesca Luisoni
Vice Presidente, PPD e GG Mendrisio
Consigliera comunale