di Manuel Aostalli, lista 8, candidato 2
In un precedente intervento ho esposto una mia tesi, la cui conclusione è che dobbiamo puntare sui candidati che meglio si identificano per la loro propria natura in una serie di valori concreti, ovvero in primis sulle donne-candidate che il partito propone. Alcuni fra voi qui smetterebbero di leggere per passare ad altro; volete invece provare a resistere? Inizio col sottolineare che mi riferisco a donne candidate, e non a candidate donne. La differenza è sottile ma sostanziale. Non è mistero che il lavoro di team porti praticamente sempre a dei risultati migliori rispetto a quelli di un lavoro svolto individualmente; sempre più spesso i premi Nobel in determinate scienze sperimentali vengono assegnati a più persone, ad un team, nell’ambito di un risultato di successo. Il team misto mette in evidenza che i criteri maschili di analisi di un tema da sviluppare sono diversi da quelli femminili; per intenderci chi pensa che sia il genere a determinare la performance intellettuale, come minimo non sta facendo un buon ragionamento logico. Possiamo ad esempio spostarci nel settore finanziario, dove facilmente troviamo conferma del fatto che i parametri usati per scelte d’investimento hanno mediamente connotazioni diverse: i gestori si pongono rispetto al rischio in modo più speculativo e istintivo, mentre le gestrici hanno un approccio più cauto e ponderato. Entra a questo punto in gioco il livello dei pre-requisiti. Perché ad una donna viene chiesto di mettersi in gioco nella cosa pubblica? Anche in questo caso la richiesta parte dal fatto che il partito ritiene di avere a che fare con una persona che possa rappresentarlo al meglio, e trattandosi di una donna probabilmente dotata naturalmente di capacità multi-tasking. Se la richiesta viene accettata e la candidate decide di mettersi in gioco, automaticamente attingerà da una serie di doti e capacità legate alle proprie competenze provenienti da studi, attività lavorative e famigliari, nonché dal continuo confronto nella propria vita con i classici stereotipi e test educativi. L’asticella è posta quindi più in alto, ammettiamolo. Quali elettrici ed elettori non possiamo dimenticare questo aspetto, ed egoisticamente lo dovremmo mettere in cima alle nostre esigenza: chi se non un gruppo misto di candidati e candidate ci può meglio rappresentare? E, per favore, non cediamo alla solita noiosa nenia della meritocrazia: quando avremo a disposizione un gruppo da cui scegliere veramente ben diversificato, allora potremo serenamente e con convinzione parlare di meritocrazia.
Manuel Aostalli, family officer
Consigliere Comunale PPD&GG a Mendrisio, candidato al Gran Consiglio per il 2019