Il ripensare la Città, con occhi nuovi, passa anche, da un ridisegno del suo territorio. Mendrisio è il frutto di un’aggregazione che ha il merito, tra le altre cose, di rendere possibili riflessioni di più ampio respiro a livello di paesaggio e di pianificazione. A otto anni dall’ultima tappa aggregativa, dopo la prima fase di assestamento, è ora necessario definire una strategia e ripianificare la Città che vogliamo. Si tratta in primo luogo di correggere quegli errori frutto in particolare del passato, di una pianificazione figlia del suo tempo e che ritroviamo in modo anche nel territorio della Città; una pianificazione che anteponeva la crescita demografica alla crescita qualitativa, allor quando si pensava anche a una forte crescita demografica, e che è ben visibile anche dai dati del compendio. Se una splendida quanto rara eccezione l’abbiamo – ed è l’ex Comune di Meride – il resto del territorio ha sicuramente bisogno di una propria riorganizzazione, di una migliore ridefinizione dei limiti e dello spazio urbano che, laddove ancora possibile, cerchi di contenere l’espansione disordinata e apporti qualità nel territorio, nel paesaggio e di conseguenza nella vita di tutte e tutti noi. Sono diversi i progetti che stanno nascendo in questo senso in seno all’esecutivo coordinati dal Dicastero pianificazione che dirigo. Dall’elaborazione del Piano direttore comunale – uno strumento fondamentale che detterà le linee strategiche dello sviluppo della Città nei prossimi anni (che dovrebbe verrà presentato a breve) incentrato sulla qualità dello spazio pubblico e su una miglior definizione dei limiti dello spazio costruito – a progetti più puntuali ma fondamentali come l’analisi per la tutela dei beni culturali o l’attenzione per una miglior fruizione degli spazi pubblici.
Come scaturito dal concorso di idee del 2018 al centro della ripianificazione della Città è posta quella che è l’anima viva del nostro territorio, il fiume Laveggio, che negli anni sta acquisendo valore non solo per il suo ruolo di spina verde nel fondovalle, ma anche come simbolo identitario. Un fiume attorno alle cui sponde speriamo presto possa nascere il tanto atteso Parco del Laveggio, nato dal basso e portato alla luce negli anni dall’Associazione cittadini per il territorio che oggi figura tra le misure previste Programma di agglomerato di terza generazione, poi confluita nella Scheda RM5 del Piano direttore cantonale. Un fiume che è stato nuovamente alla ribalta della cronaca la scorsa settimana in seguito alla comunicazione della sottoscrizione di una carta d’intenti sottoscritta dai Municipi di Mendrisio, Riva San Vitale e Stabio, che vuol porre le basi per i lavori e i progetti che nasceranno nell’ambito del progetto modello del Parco del Laveggio. Un passo fondamentale, che aiuterà ad avere un’ottica sovraregionale e permetterà una miglior progettualità e attenzione verso il nostro fondovalle che ormai da tempo cerca soluzioni concrete e che oggi non può più aspettare.
Francesca Luisoni, municipale